6. FILOMENA

Filomena era immersa nei suoi pensieri e quando qualcuno la chiamò perché era il suo turno dovette scendere dalla nuvole dove era solita recarsi piuttosto spesso. Si scosse dunque e dopo il giallo di Dioneo decise di proporre un momento di pausa musicale, da amante della musica qual era… Costrinse tutti i suoi amici, piuttosto svogliati, ad alzarsi tra lamentele varie e sbadigli di gente assonnata. Si disposero in cerchio e lei propose ad ognuno di muoversi lasciandosi andare liberamente alle proprie sensazioni, senza pensare troppo e interagendo con gli altri… Dopo un attimo di reticenza iniziale in cui molti non avevano intenzione di partecipare oppure sostenevano di non saper ballare, Filomena, senza esitare ulteriormente, fece risuonare nell’aria le note della canzone “portami via” di Fabrizio Moro, sconosciuta a molti dei suoi amici. Piano piano essi iniziarono a muoversi, trascianati dalle persone più vivaci e coinvolte nell’attività: qualcuno assomigliava più ad uno zombie, ma questo non aveva importanza. Quando la canzone terminò, tutti si adagiarono sui cuscini del divano, anzi, adagiarono non è la parola giusta piuttosto dovrei dire “piombarono” e Filomena, propose un attimo di riflessione su alcune parole del testo che l’avevano colpita, sperando che ci fosse ancora qualcuno con qualche neurone sveglio e le lesse al gruppo: 
“Tu portami via 
Dalla convinzione di non essere abbastanza forte 
Quando cado contro un mostro più grande di me 
Consapevole che a volte basta prendere la vita così com’è” 
In quel momento si sentì cogliere da un’emozione più grande di lei è cominciò a parlare senza più fermarsi: “A ognuno di noi capita di avere momenti di scoraggiamento in cui sembra che le tenebre ci avvolgano e ci sentiamo in preda alla solitudine… Ad alcuni sembra che questi momenti non riguardino gli altri quindi si sentono maggiormente soli, ma è importante sapere che alcune paure ci accomunano. Ho provato, un giorno, a parlare ad una mia amica delle mie paure, sotto forma di lettera e non immaginate quale profonda sensazione di gioia e benessere ho provato dopo averla scritta. Le nostre paure parlano di noi e del nostro lato più intimo, più vulnerabile, delle nostre ferite, alcune delle quali sono ancora aperte ed in certi momenti sanguinano. In questo periodo, a maggior ragione ci capita di essere spaventati e contro la paura non c’è miglior rimedio se non quello di sentirsi amati: nei momenti di maggior scoraggiamento chiamare semplicemente la “persona giusta” può far cambiare il nostro umore da “così a così”, perché sappiamo che su quella persona potremo sempre contare e anche se a volte le nostre sono sciocchezze lei non le sminuirà mai, anzi, ci comprenderà. 
“Basta prendere la vita così com’è…” perché in ogni situazione c’è qualcosa di positivo: riusciamo a comprendere il valore di ciò che abbiamo e quindi ad apprezzarlo di più proprio quando ci viene tolto, mentre prima lo davamo per scontato. 
La bellezza della natura: fermarsi in ascolto di ogni suo suono, il canto degli uccelli, un’ ape che succhia il nettare di un fiore, il cielo stellato e la sua immensità, il profumo della primavera e la pace della sera… Cogliamo l’occasione per godere di quest’aria più pulita e della tranquillità delle strade deserte, anche se non a tutti può piacere e a certe persone può appunto spaventare.” 
Dopo aver visto che qualche suo amico si era addormentato, Filomena decise di terminare il suo discorso, che era fluito così piacevolmente dalla sua mente, perché questo era ciò di cui amava di più parlare: stimolare le persone ad interagire con la parte più intima e profonda di sé stessi per non vivere come dei robot ma come degli uomini felici che ascoltano il proprio cuore!  

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